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Riccardo Campa, Mutare o perire. La sfida del transumanesimo

Recensione di "Mutare o perire. La sfida del transumanesimo", apparsa su Universa, la Rivista della Scuola di Dottorato di Ricerca in Filosofia dell'Università degli Studi di Padova

Universa. Rivista di filosofia dell'università di Padova

Manuela Macelloni

 

Riccardo Campa,
Mutare o perire. La sfida del transumanesimo,
Sestante edizioni, 2010, pp.308,
€25.00,
ISBN 9788896333280

Manuela Macelloni, Università degli Studi di Padova

Il testo di Riccardo Campa è un’introduzione al movimento transumanista. Il transumanismo è una delle posizioni di pensiero maggiormente discusse nell’ambito della bioetica attuale, giacché questa filosofia promuove un’evoluzione autodiretta, basandosi sulla convinzione che l’essere umano non si dia come monolite ma che, nella storia, sia stato oggetto di continue trasformazioni. La dicotomia mutare-perire diviene la questione di fondo dei transumanisti convinti che una prospettiva bioconservativa intrappoli l’uomo all’interno di una dimensione che non gli appartiene più: quella della finitudine. Attraverso un “approccio prometeico alle nuove tecnologie” (p.10) è quindi possibile condurre l’uomo verso una condizione del tutto rinnovata, nella quale l’atteggiamento nei riguardi della morte non sarà più consolatorio giacché essa sarà sconfitta.
Il testo non è stato pensato in maniera unitaria, molti dei contributi che compaiono in esso sono articoli già comparsi in altri luoghi. Nonostante ciò è stato rielaborato in maniera tale da riuscire ad ottenere una propria organicità.
L’opera si articola in tre parti a sua volta suddivise in capitoli. La prima parte reca il titolo I fondamenti del transumanesimo e contiene cinque capitoli. In questa prima parte vengono affrontate le questioni principali del transumanismo mettendo a confronto il pensiero transumanista con una serie di temi classici della filosofia: l’umanesimo, la politica, l’etica, la tecnica e la scienza.
Il primo dei cinque capitoli si intitola Dall’umanesimo al transumanesimo e ha lo scopo di analizzare la linea evolutiva che ha condotto dall’umanesimo al transumanesimo evidenziando i punti di contatto e quelli di rottura.
Il secondo capitolo porta il titolo Transumanesimo e politica. In esso vengono esposte nonché analizzate le differenti correnti politiche presenti all’interno del movimento di pensiero. Il terzo è I principi del transumanesimo. In esso si svolge un’analisi sull’approccio morale ed etico della filosofia nei riguardi delle nuove tecnologie; questa sezione è di particolare interesse poiché mostra come il transumanesimo sia una vera e propria “grande ideologia” capace di crearsi un proprio imprinting etico e morale autosufficiente ed innovativo. Questo capitolo, meglio di altri, evidenzia come la filosofia transumanista possa essere considerata a tutti gli effetti una delle poche ideologie forti all’interno della prospettiva filosofica contemporanea giacché essa gode di una interpretazione forte del mondo e di principi su cui fondare le ragioni della vita.
Il quarto capitolo della prima parte è un confronto con le tecnologie più innovative dell’epoca e spiega in che modo i transumanisti applicherebbero queste tecniche all’essere umano. Il titolo del capitolo è Le tecnologie convergenti e l’orizzonte postumano.
L’ultimo capitolo della prima parte è La scienza pura e l’orizzonte postumano. In questa sezione, invece di creare un confronto sulla tecnologia applicata e il suo utilizzo, si pone a confronto il transumanesimo con la scienza teoretica intesa quale ampliamento delle possibilità conoscitive umane.
La seconda parte – Il transumanesimo e i suoi nemici – rivolge le sue attenzioni alla critiche che sono state rivolte al transumaesimo. Nella prima sezione della parte seconda che corrisponde al sesto capitolo dell’opera – Il caso Unabomber – si svolge un confronto con un estremista nel versante opposto al transumanesimo, l’ecoterrorista Ted Kaczynski. Il settimo capitolo – L’allarme di Bill Joy – si occupa di “un oppositore interno”, giacché risponde alle critiche di uno dei più grandi scienziati nel settore dell’Intelligenza Artificiale: Bill Joy. Il capitolo ottavo – Il “j’accuse” di Francis Fukuyama e l’offensiva dei bioconservatori – è un confronto diretto con una delle posizioni più squisitamente contrarie allo sviluppo del pensiero transumanista: quella dei bioconservatori. Il decimo capitolo – L’anatema della Chiesa cattolica – analizza le critiche provenienti dalle gerarchie ecclesiastiche. Il decimo (Le speranze minime di Paolo Rossi), l’ultimo di questa seconda parte, esegue un confronto diretto con il pensiero del filosofo Paolo Rossi e con la sua opera Speranze.
La terza parte composta in tre capitoli – Apologia del transumanesimo, In difesa del transumanesimo, Manifesto dei transumanisti italiani – è, come la definisce il suo autore, la più “pamphlettistica” (p.14) giacché Campa – a differenza delle altre sezioni in cui espone una posizione più cauta – si schiera evidentemente dalla parte del movimento transumanista. Di questa parte di maggior interesse è la sezione Manifesto dei transumanisti italiani giacché Campa, quale presidente, sintetizza gli elementi fondamentali – da un punto di vista filosofico, politico, sociale, etico e morale – del movimento transumanista italiano. Campa, rinunciando a quegli estremismi che rischiano di ridurre il movimento a parodie parossistiche di racconti fantascientifici, riesce ad attualizzare il transumanismo rendendolo una corrente di pensiero coerente e interessante. A differenza del carattere decostruttivo di molto del pensiero contemporaneo, quello proposto dai transumanisti, è edificante giacché interpreta la tecnica e l’evoluzione scientifica – anche quella più estrema – come possibilità effettiva per un cambiamento radicale della condizione umana.
Questo è il senso di mutare o perire: essendo l’uomo un ente mai definito ma sempre pronto a cambiamenti, risultato dell’adattamento e quindi del miglioramento della sua condizione sulla terra, deve farsi carico di un cambiamento che – per quanto impensabile un tempo – può consegnarlo a una condizione superiore, simile a quella dell’ultra-uomo. Attraverso quelle metamorfosi che la scienza e le tecnologie rendono possibili, può gettarsi alle spalle metafisica, eternità, Dio poiché i nuovi saperi potrebbero offrire l’elisir di vita eterna. Essa è il risultato dell’alleanza estrema che uomo e tecno-scienza possono stringere. Affinché ciò sia possibile l’uomo però deve lasciarsi alle spalle tutte quelle false convinzioni che fino ad oggi lo hanno guidato.
Le fede in discipline metafisiche che fanno dell’altro mondo la chiave di comprensione di questo è frutto di un errore di prospettiva, del timore che fin dai tempi più antichi ha spinto l’uomo a non voler vedere la propria vita dirigersi inesorabilmente verso il nulla.
Nelle possibilità prospettate dalla filosofia transumanista – per quanto estreme – non vi è alcuno strascico di fantasmagorie fantascientifiche quanto la chiara direzione a cui un’interpretazione strettamente scientifica della vita e della dimensione umana può condurre. Questa è l’impostazione scelta dall’autore che riesce a conferire profondità e dignità alla prospettiva transumanista mettendo nella condizione il lettore di farsi se non suggestionare quanto meno trascinare dalla sua dialettica.
Eppure – per quanto la scienza abbia il dovere di progredire e per quanto l’uomo abbia sempre, per natura, sfidato i limiti che proprio la dimensione umana gli imponeva e che parte del progresso da lui raggiunto sia l’effettivo superamento di quei limiti – il rischio della dimensione che si dispiega attraverso il pensiero transumanista è perdere di vista il concetto di umano laddove proprio l’uomo è l’unico tra gli animali che non solo può superare il suo limite ma può anche scegliere di non farlo.
È la scelta si fermarsi un attimo prima, di valutare dove si possano rintracciare quelle condizioni etico-estetiche affinché la vita abbia ancora una dimensione umana. La dimensione intesa quale “umana” è quella che si genera attraverso la gratuità del gesto dell’esistenza in una dimensione anti-funzionale laddove il concetto di perfezione – in queste prospettive particolarmente blasonato – viene accantonato.
Questo piccolo spunto personale non cancella il fatto che il libro di Campa è molto interessante, la capacità argomentativa dell’autore è valida e l’assenza di un tono fantascientifico – spesso comune nei testi transumanisti – la rende a tutti gli effetti un’opera filosofica che rappresenta probabilmente la migliore guida al pensiero transumanista fino ad ora in circolo.
Bibliografia
Paolo Rossi, Speranze, Il Mulino, 2008.

Da: Universa. Rivista di filosofia dell'università di Padova

 

 

 

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