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5.   “Avvenire” su Transumanesimo ed Eugenetica - 02/04/2011

di Ugo Spezza

 

Recentemente il quotidiano cattolico “Avvenire” nell'articolo Nel Cortile dei gentili ha trattato direttamente della filosofia transumanista e ha cercato di fare (forzatamente) una associazione tra essa e l’eugenetica negativa dei regimi autoritari del passato secolo. In particolare il paragrafo è questo:

Oggi nuovi totalitarismi si affacciano verso l’umano: l’eugenetica è uno di questi. E quindi il compito di un’assemblea di persone pensanti non consiste in un’ennesima «cerimonia protocollare», bensì nel prender di petto quella che Fabrice Hadjadj, filosofo cattolico d’Oltralpe, definisce «la crisi radicale dell’umanesimo». L’alternativa è secca: scegliere tra il transumanesimo dei fratelli Huxley e il «trasumanar» di Dante Alighieri. E affinché «l’uomo si possa elevare, egli ha bisogno di un Cielo. Ovvero di una speranza». Credenti e atei devono rigettare quel «superamento dell’uomo» inventato proprio qui, all’Unesco, nel 1957, dal suo leader Huxley. Un termine che sottintende l’eugenetica, «parola difficile da usare dopo il nazismo. Ma si tratta della stessa cosa – denuncia Hadjadj –: la redenzione dell’uomo tramite la tecnica».

Vediamo qui citato Julian Huxley, ovvero colui che ha coniato il termine “Transumanesimo”. Prima di tutto esploriamo di quale personalità si tratta: Julian Huxley è stato un biologo, genetista e scrittore britannico, noto per i suoi studi sulla rifondazione della teoria genetica all'interno della teoria darwiniana della selezione naturale. Laurea ad Oxford nel 1913, ha pubblicato saggi di carattere scientifico e sociale: ha introdotto il concetto di evoluzione psico-sociale di un sistema, molto utile per spiegare la sopravvivenza e l’evoluzione delle società umane almeno quanto quella fondata sull'adattamento del patrimonio genetico alle mutazioni ambientali. È stato il primo Direttore dell'UNESCO, e membro fondatore del WWF. Quindi uno scienziato di primo piano nel panorama internazionale dell’epoca.
Non possiamo non notare che il documento di “Avvenire” distorce atrocemente il pensiero di Huxley. Sentiamo cosa scriveva effettivamente il biologo/genetista nel lontano 1957:

Fino ad ora, la vita umana è stata, generalmente, come descritta da Hobbes: "crudele, brutale e corta". La stragrande maggioranza degli esseri umani (se non sono morti nell'infanzia) sono infelici, per un motivo o per l'altro: povertà, malattia, sfruttamento, crudeltà, oppressione. Hanno tentato di alleggerire tale fardello con ideali e speranze. Il problema è che le speranze sono state generalmente ingiustificate e che gli ideali si sono generalmente dimostrati inadatti alla realtà circostante. Solo un'energica esplorazione scientifica delle possibilità e delle tecniche necessarie alla loro realizzazione renderà razionali le nostre speranze e adatti alla realtà circostante i nostri ideali, dimostrando cosa sia effettivamente realizzabile. Già possiamo dirci convinti dell'esistenza di queste lande inesplorate e del fatto che limiti e frustrazioni odierne potrebbero essere superati. Siamo giustificati nella convinzione che la vita umana, così come la conosciamo, altro non è che un disgraziato compromesso, fondato sull'ignoranza, che potrebbe essere superato e rimpiazzato da una condizione basata su conoscenza e intendimento, così come il nostro moderno controllo della natura fisica, basato sulla scienza, ha rimpiazziato i primitivi esperimenti dei nostri antenati, radicati come essi erano nella superstizione e nella segretezza dei loro praticanti.
Per realizzare tutto ciò, dobbiamo studiare le possibilità di creare un ambiente sociale più favorevole, così come abbiamo fatto in larga misura con il nostro ambiente fisico.
La razza umana può, se desidera, trascendere se stessa, non in maniera sporadica, un individuo qui, in un modo, un individuo là, in un altro modo, ma nella sua totalità, come umanità. Abbiamo bisogno di un nome per questa nuova consapevolezza. Forse il termine transumanesimo andrà bene: l'uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana.


In queste parole si trova l’esatto contrario di quello che descrive il documento di “Avvenire”. L’uomo, per potersi elevare al di sopra delle sue debolezze naturali, leggi malattia, invecchiamento, sofferenza… non ha bisogno di una «speranza», sola cosa che possono garantirci i prelati delle varie confessioni religiose, ha bisogno invece di “soluzioni” e queste solo la scienza le può e le potrà fornire. Nel 1860 un uomo mediamente viveva appena 38 anni, conduceva una dura vita nei campi o si spaccava la schiena nelle rozze fabbriche/officine dell’epoca. Non aveva la possibilità di studiare e allignava tutta la vita nell’ignoranza e nell’analfabetismo non sapendo nulla o quasi delle meraviglie del mondo in cui era nato. Se si ammalava anche di una banale bronchite o si tagliava con una roncola, non esistendo allora antibiotici, andava incontro a una morte prematura, lenta e dolorosa e mentre periva per shock settico c’era qualcuno al suo fianco che gli elargiva «speranza». Al contrario oggi, grazie al gran lavoro di innovazione della conoscenza umana perseverato dagli scienziati nel corso degli ultimi 150 anni, la vita media si è allungata a ben 80 anni (più del doppio) e l’evoluzione della tecnologia medica ci garantisce di guarire da malattie prima mortali. Non solo, ci stiamo dirigendo ad ampie falcate verso un futuro in cui la medicina rigenerativa ci potrà reinstallare organi malati o usurati dall’invecchiamento. Stiamo per compiere probabilmente un salto evolutivo la cui estensione è a tutt’oggi difficilmente prevedibile.

Il transumanesimo studia questi trend e cerca di garantire un futuro di benessere e longevità per ogni essere che andrà ad affacciarsi al nuovo mondo, sia esso un mondo ove la tecnologia è solo appaiata all’essere umano sia esso un mondo ove la stessa si è invece intersecata al biologico. Ognuno in questo nuovo dominio della materia potrà scegliere quale criterio evolutivo adottare o potrà scegliere di non adottarne alcuno. La filosofia transumanista infatti non prevede imposizioni al singolo individuo di una rotta di vita da seguire forzatamente, cosa che invece i cattolici vogliono da sempre imporre con le loro bigotte scelte. Scelte che poi, disgraziatamente, i catto-politici poi trasformano prontamente in leggi. Vedi ad esempio la recente iniziativa parlamentare sul Biotestamento che giustamente la sorella del defunto Luca Coscioni ha definito “Tortura di Stato” visto che costringe un malcapitato paziente di incidente stradale o di altro accidente a stare forzatamente attaccato ad una macchina per decenni fino a consumarsi come un lumicino. Tortura perché? Perché il povero Piergiorgio Welby era arrivato al punto che non riusciva nemmeno a dormire per le frequenti fitte di atroce dolore e non trovava nessuno con un po’ di pietà che potesse staccarlo da quel macchinario infernale. La domanda è: da dove deriva il parossismo etico dei cattolici su tale argomento? Deriva dal non poter adattare una filosofia millenaria, statica e conservatrice alle nuove scoperte della scienza. Difatto i macchinari che tenevano in vita lo sfortunato Welby, solo venti anni prima non esistevano affatto e la loro “teologia” non può adattarsi, come invece la filosofia transumanista sa fare, ai cambiamenti nello status umano imposti dalla tecnologia.

E veniamo al discorso «Eugenetica». Intanto la minaccia del richiamo nazista citata nel documento di Avvenire è del tutto fuorviante. Va prima di tutto detto che negli anni ’30 paesi che oggi consideriamo “esempi di democrazia e tolleranza” come gli Stati Uniti d’America realizzavano all’epoca sterilizzazioni di massa e hanno applicato severe leggi contro i matrimoni misti (puniti col carcere fino a 10 anni). L’orrore nazista non è frutto di una scelta scientifica, la comunità scientifica internazionale dell’epoca difatti non ha mai sentenziato che sterilizzare gay o massacrare ebrei e rom potesse giovare all’umanità. Questa è stata una scelta squisitamente e indissolubilmente “politica” di un regime dittatoriale dal quale il manifesto transumanista prende le distanze in modo abissale. A tal scopo ricordiamo anzi che il regime Nazista più volte si è schierato in senso antiscientifico, ad esempio bruciando gli scritti di Albert Einstein in pubblico. Si tratta qui dunque di una “Eugenetica Negativa”, assolutamente non condivisibile.

Quella di Julian Huxley era (ed è) invece una “Eugenetica Positiva”, identificabile semplicemente con un richiamo a coloro che devono gestire la vita umana a far evolvere la stessa in modo corretto, evitando di portare alla luce esseri umani che poi saranno costretti a vivere una vita di sofferenze e a trasmettere tali sofferenze anche ai loro familiari. Questa impostazione, che nel 1957 poteva sembrare azzardata (e forse lo era), è oggi largamente accettata in campo medico tanto che le diagnosi prenatali sono l’iter più comune che i moderni ginecologi fanno seguire ai genitori di un nascituro mandando gli stessi a fare esami standard come Tritest e Amniocentesi per scoprire in anticipo se il feto è affetto da malformazioni congenite. Secondo la testata “Avvenire E-Vita” sarebbe invece opportuno e consigliabile far nascere bambini con malformazioni congenite anche quando parliamo di malattie terrificanti come la sindrome di Duchenne. Pensate a un grazioso bimbo che porta gioia nella sua casa ma poi, a circa tre anni di età, proprio quando i genitori iniziavano a godere delle sue meraviglie, esso inizia a deformarsi, i suoi arti si atrofizzano e diventano come stecchini, la sua spina dorsale si piega a fisarmonica e il povero bambino finisce contorto e sofferente su una sedia a rotelle. Perché tutto questo? Perché i cattolici ritengono che la natura debba sempre e in ogni modo essere assecondata tanto che consigliano alle loro catecumenali incinte di non andare nemmeno a fare le ecografie di controllo: quello che viene viene... C’è chi invece, come i transumanisti, ritiene che la natura non sia solo un verde prato in fiore e un ruscello che gorgheggia: natura è talvolta anche malattia, sofferenza, invecchiamento, decadimento psichico e morte. L’unico modo per fronteggiare questi squilibri nel nostro iter naturale è quello di affrontarli con le armi della scienza e della tecnologia per cui noi promuoviamo tutte quelle tecnologie che possano aiutarci a lenire le sofferenze della vita e quelle ideazioni della tecnica che ci consentano un futuro migliore di felicità, longevità e ampliamento della conoscenza. In ambito religioso non possiamo non citare la ben più lungimirante religione buddista la quale, accortasi dei mali della vita, cerca di lenirli con una adeguata filosofia esistenzialista. I Transumanisti, oltre a questo, ricercano attivamente delle «soluzioni», contrariamente a coloro che si affidano alla sola «speranza».